Coste rocciose digradanti piane
Costa rocciosa digradante nei dintorni di Torre
Santa Sabina (Brindisi)
Le coste rocciose digradanti piane cono
costituite da una piattaforma poco rilevata modellata su rocce resistenti che
si estende verso il livello del mare con pendenze dolci. I principali effetti morfologici dell’azione di tsunami su questo
tipo di costa sono rappresentati dal distacco di grandi blocchi di notevoli
dimensioni dalla zona a cavallo del livello del mare e nella loro deposizione
in zone più interne (Dawson, 1994;
2000). Tuttavia, rarissime osservazioni sono presenti nei rapporti
post-evento circa gli effetti di maremoti su questo tipo di litorale; le
informazioni, perciò, sono dedotte principalmente dagli studi geomorfologici.
Accumuli
di grossi blocchi sono stati osservati lungo tratti costieri di tutto il mondo:
Rangiroa, Tuamotum SE Pacifico (Bourrouilh
– Le Jean & Talandier,1985), Hawaii (Moore
& Moore, 1984; 1988), isole Ryukyu in Giappone (Nakata
& Kawana, 1993), New South Wales in Australia (Young e
al., 1996), Bahamas (Hearty, 1997;1998), Isole Caraibiche del sud (Scheffers, 2002). Lungo le coste del Mediterraneo, grossi blocchi sono
riportati nello Stretto di Messina (Heck, 1947),nella
Puglia meridionale (Mastronuzzi
& Sansò 2000; 2004), a Cipro (Kelletat
& Schellmann, 2002) e sulle coste del Libano.
In alcune aree del Salento, questi tratti di costa
sono interessati da particolari depressioni carsiche costiere, le “spunnulate”, formatesi per il crollo delle volte
di estese cavità a forte sviluppo orizzontale ma di limitata altezza.
Questo tipo di costa, e gli insediamenti che su di
essa insistono, risultano essere estremamente vulnerabili nei confronti di onde
di maremoto che, già nel passato recente, hanno colpito la fascia costiera
salentina.